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Neuroscienze
Caterina Fazion
pubblicato il 29-06-2022

Pet therapy: così i cani possono aiutare i più fragili



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A cosa servono gli interventi assistiti con animali (pet therapy)? Perché i cani in particolare sono molto usati e chi può trarne beneficio?

Pet therapy: così i cani possono aiutare i più fragili

Per migliorare la salute e il benessere delle persone, dai bambini agli anziani, i cani e altri animali d’affezione sono impiegati nella cosiddetta pet therapy. Questa semplice espressione, entrata ormai nell’uso comune, indica gli interventi assistiti con animali, comprendendo tutte le attività e le terapie assistite necessarie a incoraggiare l’interesse verso il mondo esterno e la voglia di interagire.

I benefici ottenuti sono molteplici e appurati tanto che, in Italia, l’impiego degli animali da compagnia ai fini di pet therapy è stato riconosciuto come cura ufficiale dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003. Gli animali maggiormente impiegati sono cani, cavalli, asini, gatti e conigli. Anche se, gli ultimi due, essendo animali stanziali, abituati a un solo ambiente o dimora permanente, tendono a stressarsi con i cambiamenti e il contatto con persone non conosciute; pertanto, sono impiegati in misura minore. Il benessere degli animali, infatti, deve sempre essere garantito, proteggendoli da qualunque stress fisico e psichico.

 

QUALI SONO I BENEFICI?

I benefici della Pet Therapy sono numerosi e documentati:

  • può accrescere l’autostima, soprattutto dei bambini, e la gratificazione di prendersi cura di un altro essere vivente
  • può stimolare il linguaggio e la comprensione di nuove parole e azioni
  • è di supporto nel processo di socializzazione, aiutando a confrontarsi e a interagire
  • può abbassare l’ansia e risolvere la paura nei confronti del cane
  • stimola la mente: con specifici giochi, soprattutto con i cani, si stimolano l’elaborazione, l’associazione, il confronto e la memoria
  • può aiutare a riabilitare il corpo: spazzolare il cane, lanciare la pallina o compiere movimenti più complessi, sono attività impiegate per la riabilitazione e l’allenamento fisico
  • stimola le attività sensoriali in caso di cecità o ipovisione, sordità o sordocecità
  • ha un effetto calmante: diminuisce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa

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CHI SONO I FRUITORI?

I cani, molto empatici e collaboranti, fungono da mediatori e facilitatori durante gli interventi, soprattutto con persone che faticano a comunicare, hanno deficit cognitivi o motori. L’impiego dei cani per aiutare i bambini e i ragazzi autistici è di importanza fondamentale. «Nel caso in cui siano presenti deficit verbali e comunicati – spiega Simona Mazzucchetti, presidente dell’Associazione Cane Terapia – i cani possono aiutarci a entrare in contatto con il bambino o il ragazzo che per la sua fragilità ha difficoltà a comunicare con il mondo ‘esterno’. Tra le nostre bellissime esperienze, un bambino affetto dal morbo di Charge che presentava deficit visivi, uditivi e con importanti problematiche comunicative. A seguito dell’intervento con i cani, per la prima volta è riuscito a manifestare la sua felicità e il suo gradimento nei confronti dei cani, attraverso la Comunicazione aumentativa alternativa, ovvero un libro illustrato con dei simboli. Un grande traguardo per il bambino, un’emozione per tutti i presenti, raggiunto grazie all’empatia dei suoi amici pelosi». La pet therapy è impiegata anche per attività educative o ludiche, volte a portare svago e un pizzico di leggerezza a pazienti oncologici, alle volte accompagnati anche nel doloroso percorso di fine vita. In generale, la pet therapy è rivolta a categorie di persone considerate vulnerabili e dunque anche anziani affetti da Alzheimer, ragazzi vittime di bullismo, carcerati e persone in coma vegetativo. Naturalmente, al fianco di operatori e facilitatori, ovvero gli animali, è presente un team multidisciplinare di specialisti con i quali si concordano un programma e obiettivi specifici a seconda delle situazioni.

 

QUALI SONO LE RAZZE PIÙ UTILIZZATE?

Ci sono alcune razze di cani maggiormente impiegate per la Pet Therapy per indole docile, collaborativa, affettuosa e socievole. Alcune di queste i Labrador, i Golden Retriever, e gli Shih tzu, ma sono impiegati anche i meticci. Un recente studio sembra spiegare il motivo alla base di questa maggiore interazione e affinità con l’uomo che caratterizza determinate razze. Si tratta di due mutazioni genetiche che potrebbero aver reso il cane maggiormente amico dell'uomo. Esaminando il DNA di oltre 600 cani precedentemente sottoposti ad alcune prove insieme agli umani, è emerso che quelli risultati più affini e attaccati all’uomo, in grado di interpretare correttamente i suoi segnali, con propensione a guardarlo più spesso, presentavano proprio queste variazioni sul gene MC2R per il recettore della melanocortina 2. Al contrario, cani che presentano una certa selvaticità, appartenenti alle razze più geneticamente vicine al lupo, prive della mutazione in questione, passavano meno tempo a guardare gli umani rispetto alle altre razze considerate più lontane dal lupo.

 

NON SOLO DNA: SERVE PREPARAZIONE

«È vero che esistono cani con un'addomesticazione più evidente, anche perché la maggior parte delle razze sono state selezionate dall’uomo per avere caratteristiche particolari: sono maggiormente legate agli umani e molto docili», precisa Simona Mazzucchetti. «Nel caso dei cani impiegati negli interventi assistiti è molto importante aver seguito anche una preparazione dell’animale con un percorso educativo e di addestramento. Il benessere animale, in questo ambito, è anche frutto di una collaborazione duratura con il proprio coadiutore, ovvero l’operatore di pet therapy. Il coinvolgimento del cane in alcuni contesti può essere molto impegnativo e stressante, non dimentichiamo che è un essere vivente molto empatico, una carta assorbente di emozioni».

 

L’IMPORTANZA DELL’ADDOMESTICAZIONE

La genetica, dunque, può essere superata dall’addomesticazione e dal duro lavoro di cani e operatori debitamente formati. «Un passaggio importante è la formazione dei cani impiegati nei progetti, che seguono il corso di affiancamento con noi operatori. Successivamente, il loro carattere viene testato con simulazioni di vita reale che potrebbero trovarsi ad affrontare, per verificare la loro capacità di reggere gli stress e di interagire con gli utenti in qualunque situazione, anche le più complesse e imprevedibili. Oltre a rispondere ai comandi, i cani devono essere in grado di gestire senza stress rumori improvvisi, come un vassoio che cade o urla; saper affiancare e essere condotti anche da pazienti con stampelle o deambulatori e da soggetti con problematiche psichiche che potrebbero essere esuberanti, impulsivi o urlare improvvisamente». I cani sono una chiave preziosa per entrare in contatto con un mondo, altrimenti inaccessibile.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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